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Il Campo di Nessuno

  • Immagine del redattore: Leda Franceschini
    Leda Franceschini
  • 1 lug 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 19 lug 2020

Francia, anni '50: una famiglia multietnica, tredici figli, pochi soldi e una casa decisamente troppo piccola, il tutto raccontato dall’undicesimo dei figli.

È inutile che mi chiedano di dormire. Non dormirò più. D'ora in poi dovrò occuparmi delle avventure di mio padre. Mi ci vorranno almeno tre vite: una per seguirle, una per raccontarle e una per correggere gli errori di ortografia.

Francia, anni '50: questa è la storia di una famiglia operaia, autobiografica al 98,94%, come dice l’autore. Famiglia multietnica, tredici figli, pochi soldi e una casa decisamente troppo piccola. Tutto questo raccontato dall’undicesimo dei figli, un ragazzino di dieci anni che colleziona soldatini, etichette di Camembert e parole. Si scopriranno i suoi sogni, le sue speranze, i momenti felici e quelli bui, narrati attraverso un flusso continuo di pensieri da cui, a partire da una giornata in particolare, si svilupperà tutta la storia del protagonista e della sua famiglia. Le condizioni nelle quali vive quest’ultima non sono delle migliori, ma nonostante ciò il protagonista vive felicemente la sua infanzia.


Lo stile di questo libro è molto particolare e all’inizio il lettore potrebbe trovare difficile seguire tutti gli avvenimenti. Andando avanti, ciò risulterà sempre più facile e ci si abituerà a questo genere di narrazione. Non dimentichiamoci che tutto è raccontato dal punto di vista di un ragazzino di dieci anni: alcuni ragionamenti si perdono, si dilungano, si ritrovano e si riperdono, alcuni sono più frammentati, altri più strutturati, ma è proprio questo il bello del libro.


In un’intervista all’autore Picouly, Daniel Pennac sottolinea che per il lettore risulta molto facile identificarsi ne "Il campo di nessuno", nonostante il contesto sia piuttosto inusuale. Di seguito riporto la bellissima risposta di Picouly, da cui si riesce a carpire l’essenza della storia: “Siamo tutti figli di famiglie numerose. A cominciare dai figli unici, che si circondano di eroi immaginari. Quanto alla vera solitudine, questa può benissimo nascere nell'undicesimo figlio di una famiglia di quindici persone. Ma l'identità, la familiarità viene dal desiderio del tutto, dell'unità perduta. Non si tratta di nostalgia. È un desiderio insopprimibile (tranne quando si è deciso di sopprimerlo). Nel mio libro ho dieci anni: dieci anni è un'età universale. È l'età della grazia. L'ultimo momento prima di vedere i fili attaccati alle marionette. A dieci anni si è al colmo della nostra arte".


Consiglio caldamente questo libro proprio per la sua particolarità e per il senso di familiarità che fa scaturire nel lettore.


Titolo: Il Campo di Nessuno

Autore: Daniel Picouly

Genere: biografia

Prima pubblicazione: 1995

Casa editrice: Feltrinelli

Lunghezza: 269 pagine


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